Suor Maria Laura Mainetti, uccisa da tre sataniste fans di M. Manson, sarà presto Beata
SUOR MARIA LAURA MAINETTI, UCCISA IN ODIO ALLA FEDE DA TRE SATANISTE, FANS DI MARILYN MANSON –
“IL SATANISMO GIOVANILE, SOTTOVALUTATO DAI MEDIA, ESERCITA UN SOTTILE CONDIZIONAMENTO MENTALE E SPIRITUALE SUI GIOVANI, CHE E’ IN GRADO DI SPINGERE I GIOVANI A UCCIDERE E A UCCIDERSI ” – Psichiatra Tonino Cantelmi, da ‘Il libro nero del satanismo’-
“IL SATANISMO GIOVANILE, SOTTOVALUTATO DAI MEDIA, ESERCITA UN SOTTILE CONDIZIONAMENTO MENTALE E SPIRITUALE SUI GIOVANI, CHE E’ IN GRADO DI SPINGERE I GIOVANI A UCCIDERE E A UCCIDERSI ” – Psichiatra Tonino Cantelmi, da ‘Il libro nero del satanismo’-
Suor Maria Laura Mainetti, uccisa da tre giovani sataniste nella notte del 6 giugno del 2000 in Val Chiavenna (Sondrio), è una martire del nostro tempo.
Suor Maria Laura, “fedele al dono totale di sé, ha sacrificato la sua vita pregando per chi la colpiva”, ha detto di lei Papa Benedetto XVI.
Suor Maria Laura, “fedele al dono totale di sé, ha sacrificato la sua vita pregando per chi la colpiva”, ha detto di lei Papa Benedetto XVI.
L’omicidio della religiosa è stato riconosciuto come martirio dalla Congregazione per le Cause dei Santi. L’annuncio è stato dato il 20 marzo 2008 dal Vescovo emerito di Como, monsignor Alessandro Maggiolini.
Il via libera della Congregazione vaticana al Decreto di validità giuridica è stato emesso l’11 gennaio 2008, aprendo così la strada alla beatificazione della religiosa.
Il via libera della Congregazione vaticana al Decreto di validità giuridica è stato emesso l’11 gennaio 2008, aprendo così la strada alla beatificazione della religiosa.
SUOR MARIA LAURA, MARTIRE VITTORIOSA SUL SATANISMO
In occasione dell’omicidio della suora, don Agostino Clerici, direttore del settimanale della Diocesi di Como, in un articolo ha scritto: “Il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità; la maleducazione troneggia dove manca l’educazione; il male serpeggia quando gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il male”.
In occasione dell’omicidio della suora, don Agostino Clerici, direttore del settimanale della Diocesi di Como, in un articolo ha scritto: “Il satanismo trova spazio laddove vien meno la religiosità; la maleducazione troneggia dove manca l’educazione; il male serpeggia quando gli spazi del bene sono ridotti al lumicino. La cultura del nulla è un’atroce utopia: il nulla, infatti, non esiste; quando c’è il nulla, di fatto c’è già il male”.
In una intervista, parlando del barbaro assassinio di Suor Laura, il compianto PADRE GABRIELE AMORTH fondatore dell’Associazione Internazionale Esorcisti, riconosciuta dal Vaticano, fece dichiarazioni molto precise sul caso, aprendo uno squarcio su una realtà troppo spesso relegata al folklore, quella delle sette sataniche e del rock satanico:
«Queste tre ragazze sono state spinte da perfidia diabolica che con cinismo contro la religione ha voluto uccidere una persona rappresentante del cattolicesimo ed eliminata “in odium fidei”, per odio contro la fede: il loro cinismo è assolutamente incompatibile con la loro età, con i loro precedenti e con la loro vita. La suora è stata assassinata con una perfidia veramente satanica, degna di un killer professionista. Anzi, nella forma, nemmeno un killer avrebbe usato dei sistemi così efferati. Un celebre psichiatra ateo, che non era cattolico ma aveva il senso del limite della sua scienza, il professor Emilio Servadio, disse: ‘Quando si vede una perfidia raggiungere apici che non sono umanamente spiegabili, lì io vedo l’azione del demonio’. Infine, cinismo ancora maggiore, come se niente fosse successo, due di loro sono andate al luna park scherzando e ridendo, mentre la terza è andata a casa a lavare il coltello usato per l’omicidio e l’ha riposto tra gli altri utensili usati dalla madre per cucinare. E va notato che queste giovani di età compresa tra i 16 e i 17 anni non erano sotto l’influsso di droga, di alcool o di altri stupefacenti.
QUESTO CASO È solo la punta visibile di un iceberg: il più resta ancora sommerso.
In Italia c’è una grande diffusione del satanismo che va oltre le sette. E coinvolge un grandissimo numero di persone. Basti pensare al rock satanico. Non accuso assolutamente – sarebbe ridicolo – la musica rock. Ma c’è una sua forma, appunto il cosiddetto rock satanico, che predica il nichilismo più assoluto, combatte la religione cattolica e qualsiasi ordine sociale. Insegna che tutto è permesso, e che l’individuo è dio. Anche le tre ragazze che hanno ucciso suor Maria Laura erano, senza alcun dubbio, dedite al rock satanico. E il rock satanico porta a odiare la Chiesa. Tanto che la prima vittima designata dalle ragazze era il parroco, ma poiché era troppo robusto, hanno avuto paura di non riuscire a sopraffarlo. E allora hanno scelto questa suora.
Ma ci sono anche molte altre forme di diffusione del satanismo. Proprio in questi giorni ho visto un libretto posseduto da una ragazzina in cui si insegna sia la consacrazione a Satana sia tutti i modi per suicidarsi. E i suicidi tra gli adolescenti sono sempre più diffusi. Del resto, Dio è il Dio della vita, Satana è il signore della morte».
Ma ci sono anche molte altre forme di diffusione del satanismo. Proprio in questi giorni ho visto un libretto posseduto da una ragazzina in cui si insegna sia la consacrazione a Satana sia tutti i modi per suicidarsi. E i suicidi tra gli adolescenti sono sempre più diffusi. Del resto, Dio è il Dio della vita, Satana è il signore della morte».
LA VITA DI SUOR MARIA LAURA “granellino di Santità”
«Suor Maria Laura è venerata dal popolo di Dio di tutte le età. Il suo sacrificio è il risultato finale di una esistenza interamente donata, divenuta pane spezzato per la vita del mondo, come fece Gesù, suo amato sposo. Invochiamo l’aiuto di suor Maria Laura, nella certa speranza che presto la Chiesa la dichiarerà fra i beati, amici del Signore». Con queste parole il Vescovo monsignor Oscar Cantoni ricorda il 6 giugno 2020 i 20 anni dalla morte della serva di Dio suor Maria Laura Mainetti, la religiosa, della Congregazione delle Figlie della Croce, vittima di un mortale rituale satanico.
Nella sua vita non è stata un’eroina, se per eroina si intende chi compie gesti clamorosi, ma una religiosa umile e riservata che si è donata con semplicità ai bisogni degli altri nella quotidianità di ogni giorno. Lei stessa ha scritto: “Quanta pazienza! E tu, Gesù, ne hai poca con me?! Non mi sento un eroe…Sono un piccolo granellino di sabbia. Tutto ciò che di bello si realizza, con l’azione o con la collaborazione, è solo merito tuo”.
Suor Maria Laura, al secolo Teresina Mainetti, era una persona semplice, umile, volitiva, aperta, sorridente e determinata a portare fino in fondo ciò che riteneva il bene.
Non aveva nulla di straordinario, era una donna del quotidiano, dell’ordinario, ma l’amore no, l’amore che metteva in tutto il suo essere ed il suo agire, era davvero straordinario. Amava la vita in tutte le sue espressioni, perché la sua mamma era morta dandola alla luce. La sua esistenza può, quindi, essere considerata un inno alla vita, ma sempre nel silenzio e nel nascondimento. Infatti, solo dopo il 6 giugno 2000, la sera in cui fu barbaramente uccisa, la sua persona è venuta alla ribalta.
Non aveva nulla di straordinario, era una donna del quotidiano, dell’ordinario, ma l’amore no, l’amore che metteva in tutto il suo essere ed il suo agire, era davvero straordinario. Amava la vita in tutte le sue espressioni, perché la sua mamma era morta dandola alla luce. La sua esistenza può, quindi, essere considerata un inno alla vita, ma sempre nel silenzio e nel nascondimento. Infatti, solo dopo il 6 giugno 2000, la sera in cui fu barbaramente uccisa, la sua persona è venuta alla ribalta.
Cosa era successo quella sera?
Suor Maria Laura era stata ingannata da tre giovani minorenni che, mentendo, avevano chiesto il suo aiuto per evitare, diceva una di loro, un aborto imposto dopo una violenza sessuale, facendo leva sulla sua disponibilità ad aiutare chiunque avesse bisogno, soprattutto se giovani.
Così l’avevano attirata in un appuntamento e, nonostante i suoi due tentativi di incontrarle alla presenza di altre persone, prima con una operatrice del Centro di Aiuto per la vita e poi col Parroco, erano riuscite a mettere in atto il loro diabolico stratagemma: portarla, da sola, appena fuori città per sacrificarla a Satana.
In Via Poiatengo, quando Suor Maria Laura si accorge di essere stata ingannata dalle sue predilette, quando viene colpita a tradimento con pietre di porfido, e cerca ancora, invano, di far leva su ciò che di buono può annidarsi in fondo ad ogni cuore umano: “Ma cosa fate? Lasciatemi andare! Non dirò nulla a nessuno…”, si sente rispondere: “No, bastarda, devi morire!”.
A questo punto, per confessione delle stesse ragazze durante i primi interrogatori, Suor Maria Laura si abbandona nelle mani di Dio e, in ginocchio (gesto simbolico di sottomissione a Satana, imposto dalle ragazze) pronuncia queste parole: “Signore, perdonale”.
Ma le tre ragazze, imperterrite, si passano il coltello da cucina, prelevato da casa, e la colpiscono 6 volte + 6 + 6 come richiede il rito satanico. Erroneamente la feriscono 19 volte. Poi la lasciano nel sangue, sola, al buio.
Lavano il coltello alla fontana vicina, lo ripongono e vanno insieme al Luna Park.
Questo è il fatto di cronaca ricostruito nel processo. Ma c’è sicuramente una cronaca nascosta, nota a Dio solo.
Lavano il coltello alla fontana vicina, lo ripongono e vanno insieme al Luna Park.
Questo è il fatto di cronaca ricostruito nel processo. Ma c’è sicuramente una cronaca nascosta, nota a Dio solo.
Fondamentalmente l’itinerario umano di Suor Maria Laura Mainetti è stato un dono silenzioso e incessante, un inno alla vita nelle sue diverse espressioni: dal nascere al suo tramonto.
Si dedicava ai piccoli, ai giovani, alle famiglie, agli ammalati, alle persone sole e anziane, a tutti coloro che erano bisognosi di qualcosa. E tutto, con il sorriso e la gioia in cuore e sul volto.
Si dedicava ai piccoli, ai giovani, alle famiglie, agli ammalati, alle persone sole e anziane, a tutti coloro che erano bisognosi di qualcosa. E tutto, con il sorriso e la gioia in cuore e sul volto.
La sua vita era una missione e così era definita da lei stessa: “La tua missione? Sei mandata. Non importa se al vertice o in fondo. L’amore potenzia tutto. Umiltà nel lasciarlo agire…La missione consiste essenzialmente nel lasciarsi “disturbare”. Cioè accogliere, ascoltare, intervenire come e dove si può, coi mezzi che si hanno a disposizione”.
Suor Maria Laura aveva raccontato ad un gruppo di giovani che la sua vocazione era nata quando un sacerdote durante una confessione le aveva detto: “Devi fare della tua vita qualcosa di bello per gli altri”.
Suor Maria Laura aveva raccontato ad un gruppo di giovani che la sua vocazione era nata quando un sacerdote durante una confessione le aveva detto: “Devi fare della tua vita qualcosa di bello per gli altri”.
Sì, tutte le testimonianze sono concordi nel dire che la sua vita è stata un bel dono per gli altri, per quei fratelli in cui lei diceva di vedere “il mio Gesù”, quel Gesù che aveva detto: “Quello che farete al più piccolo lo riterrò fatto a Me”.
Infaticabile, attenta a rispondere ad ogni richiesta, come avrebbe potuto ignorare quel grido: “Vogliono farmi abortire, mi aiuti…”?
Infaticabile, attenta a rispondere ad ogni richiesta, come avrebbe potuto ignorare quel grido: “Vogliono farmi abortire, mi aiuti…”?
Sì, era un vigliacco tranello. Lei aveva preso tutte le precauzioni possibili per rispondere, ma il demonio si era impadronito di Veronica, Milena e Ambra… e come resistergli se non con la Croce di Gesù Cristo?
LE TRE SATANISTE ASSASSINE :”SATANA CI DICEVA CHE DOVEVAMO UCCIDERE”
Erano tre ragazze come tante, della zona, iscritte alla scuola superiore, di famiglie apparentemente normali. Annoiate dalla vita monotona di una cittadina di frontiera, avevano cercato un diversivo nel satanismo, lasciandosi coinvolgere dai testi del cantante satanista Marilyn Manson, dai mass media e da informazioni che circolavano a scuola tra i ragazzi.
Avevano anche bruciato una Bibbia della Parrocchia e distrutto il Crocifisso della scuola; avevano riempito il diario di simboli e di frasi sataniche; avevano suggellato tra loro un patto di sangue, e praticavano un evidente autolesionismo… ma la scuola e la famiglia non si erano accorte di nulla…
Ogni sera, al bar, praticavano riti tesi ad incontrare satana. Infine, erano giunte a pensare di offrirgli in sacrificio una vittima, una vittima “pura”: ad esempio un feto, un bambino, un animale, un sacerdote… ma poi avevano ripiegato su una suora, Suor Maria Laura, perchè era la vittima più debole…e perchè già la conoscevano,per il bene che faceva a tutti….
Volevano uscire dalla noia, affermando se stesse contro Dio, contro la morale e contro il limite di ogni autorità. Avevano scelto come culto la parodia blasfema della religione cattolica (ad es. recitavano il Padre nostro e l’Ave Maria al contrario) ma, come afferma lo psichiatra Vittorino Andreoli: “il satanismo rappresenta, per paradosso, un bisogno deviato di religione, di sacro. Perché i giovani non possono vivere senza trovare il senso dell’esistenza, un perché nell’agire”.
Ma queste povere ragazze avevano accanto degli educatori veri? Avevano ricevuto la proposta di valori contro il nichilismo ed il relativismo imperanti?
Suor Maria Laura Martire Vittoriosa: come?
Quella sera le tre ragazze volevano dimostrare l’esistenza di satana, volevano provare che il male è più forte del Bene…ma non ci riuscirono….
Quando, nel loro furore violento, si trovarono davanti una donna che persisteva a credere e a fare il Bene, quando si resero conto che il male che le si scatenava addosso portava la Suora a pregare Dio e a chiedere perdono per le sue assassine, “ci rimasi male” ammetterà una di loro.
Quando, nel loro furore violento, si trovarono davanti una donna che persisteva a credere e a fare il Bene, quando si resero conto che il male che le si scatenava addosso portava la Suora a pregare Dio e a chiedere perdono per le sue assassine, “ci rimasi male” ammetterà una di loro.
Loro malgrado, erano testimoni del trionfo del Bene!
E una di loro testimonierà: “L’ho ingannata tirandola in una trappola e poi l’ho uccisa. Mentre facevamo questo, lei ci ha perdonato… Non posso avere, da parte sua, che un ricordo d’amore… In lei trovo conforto e grazia di sopportare… Sono sicura che mi aiuterà a diventare una persona migliore…”.
Diventava già realtà quanto è scritto sulla croce di pietra, posta sul luogo della sua morte: “Se il chicco di grano muore, porta frutto” (Gv. 12,24)
Sì, le hanno tolto la vita, ma non l’amore; la sua croce qui diventa già Risurrezione.
Personaggi illustri, parlando di lei, scriveranno:
“Affascinante anomalìa… nessuno può umanamente, nel momento in cui viene ucciso, preoccuparsi del suo assassino…”.
“… figura rarissima… Prova che non tutto è materia, interesse personale, denaro, consumo… Finché ci sono queste figure, non muore la speranza nel futuro, sono luci nel mondo”.
Sì, Suor Maria Laura ha realizzato lo specifico del Cristianesimo: non solo vincere il male con il Bene, ma addirittura trasformare il male in Bene.
E quanta vita è sgorgata dopo la sua morte! A Chiavenna, in Italia e all’estero. In suo nome tante opere sociali di carità che promuovono la vita.
Cosa direbbe Suor Maria Laura a chi si lascia irretire dal Satanismo?
Confiderebbe loro la propria esperienza:
“Fa’ della tua vita qualcosa di bello per gli altri! La risonanza di questo imperativo ti riempirà di gioia e la tua vita avrà un senso”.
“Perché non dai un po’ del tuo tempo alle persone sole, anziane, a chi è nel bisogno? Scoprirai perché e come servire gli altri, e ne godrai, perché donando si riceve e, come ha detto Gesù: “Si prova più gioia nel dare che nel ricevere”. (Atti 20,35)
“Sii certo di una Presenza, quella di Cristo Risorto che, incarnata nella tua storia quotidiana, ti ama, ti perdona, ti rinnova e non ti abbandona mai”.
“Ama ogni persona in quanto tale e in quanto incarnazione del Cristo, particolarmente i piccoli, i giovani, i meno amati”.
E gli confesserà come anche per lei non tutto era chiaro, ma aveva una certezza: “Signore, non sempre ti capisco, ma so che mi vuoi bene”.
Vorrà ripetere quanto ha lasciato scritto:
“Parlare ai giovani e dire loro che Dio è amore: li ama, ama ciascuno come fosse unico”.
“Il Signore non ti chiede la riuscita, ma il sì dell’amore, della fedeltà, della fiducia”.
PROVACI!
PROVACI!
suor Beniamina Mariani
congr. “Figlie della Croce”
congr. “Figlie della Croce”
Fonti
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