"La humanidad no encontrará la paz hasta que no vuelva con confianza a mi Misericordia" (Jesús a Sor Faustina)

viernes, 15 de noviembre de 2019

Consejero de Ratzinger: "Para purificar de los ídolos, hay que exorcizar la Basílica de San Pedro"


Consigliere di Ratzinger: “Esorcizzare, per purificarla dagli idoli, la Basilica di S. Pietro”
 Michele M. Ippolito  11 novembre 2019  Ultime notizie, Vaticano  3 commenti




Esorcizzare, per purificarla dagli idoli, la Basilica di San Pietro: è questa la clamorosa proposta del consigliere di Papa Ratzinger, il noto teologo Monsignor Nicola Bux.

Nicola Bux, sacerdote dell’arcidiocesi di Bari, ha studiato e insegnato a Gerusalemme e Roma. Professore di liturgia orientale e di teologia dei sacramenti, monsignor Bux è stato perito al sinodo dei vescovi sull’Eucaristia. Mons. Bux è stato consultore delle Congregazioni per la Dottrina della Fede e per le Cause dei Santi e consulente della rivista teologica internazionale “Communio”. Benedetto XVI ha nominato mons. Bux consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.

Monsignor Bux, in alcune  immagini si vede la ormai discussa Pachamama non solo  nella chiesa Traspontina di Roma, ma anche in san Pietro, che ne pensa?

““I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, il Padre cerca tali adoratori” (Gv 4,23): “in spirito” vuol dire che il culto non è confinato in un sol luogo santo, come il tempio di Gerusalemme peri giudei; “in verità” vuol dire che non è contaminato da idolatria o sincretismo, cioè prodotto dalle nostre mani. La chiesa non è appena un luogo di raduno, ma la dimora di Dio con l’uomo, perciò è chiamata ‘casa di Dio’. E’ il “Cielo che scende sulla terra”, la Presenza del Signore che viene a salvare. Lo ricorda il rito della Dedicazione. Questa è l’identità cattolica: se si perde, tutto è destinato a franare. E’stato commesso un sacrilegio, cioè è stato profanato ovvero trattato indegnamente un luogo sacro. Il sacrilegio è un peccato grave – afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica– soprattutto quando è commesso contro l’Eucaristia (2120), che nelle chiese è presente, custodita e adorata. Lo spazio sacro aiuta l’uomo a non dimenticare Dio: se la chiesa, come avviene da qualche decennio, diventa una sala multiusi per concerti, conferenze e altri protagonismi umani, dove andrà l’uomo a cercare Dio? I comunisti trasformavano le chiese in sale da ballo, palestre, fabbriche, ecc. affinché l’anima umana in ricerca si fermasse all’uomo e smettesse così di cercare Dio. Quando, poi, sono gli stessi ecclesiastici a intronizzare un idolo – caricatura del vero Dio e opera di satana – di sicuro, come insegna la Scrittura – il Signore abbandona il tempio, e bisognerà riportarvelo. Il tempio è simbolo della nostra anima: se la insozziamo con atti demoniaci, lo Spirito l’abbandona. Non si dimentichi quanto, con un mirabile traslato, scrive l’Apostolo: “Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio che siete voi”(1 Cor 3,17). Il cardinal Sarah, prefetto del Culto Divino, potrebbe compiere un esorcismo in san Pietro e in tal modo purificare la basilica”.

Quale è il giudizio di Monsignor Bux sul complessivo sullo svolgimento dei lavori del sinodo sull’Amazzonia?

“L’unica ragione per cui la Chiesa debba occuparsi di una regione del mondo, è perché il Signore le ha chiesto di far conoscere il Vangelo fino ai confini della terra. Il sinodo partiva dal presupposto che l’Amazzonia è una regione ricca ma devastata, e i suoi abitanti sono invece poveri e miseri. E il Signore è venuto ad evangelizzare i poveri, per i quali la Chiesa deve avere una opzione preferenziale – non assoluta come vorrebbe la teologia della liberazione – perché con la povertà, sperimentano una delle conseguenze permanenti del peccato originale. La povertà è diseguaglianza sociale, mancanza del necessario. Ad esempio, l’essere dotato di telefonino, che è cosa superflua, spesso costosa, o essere in condizione di pagare lo scafista, non dà il diritto di essere annoverato tra  i poveri. Invece la Chiesa, che, alle sue origini “mancava del necessario” (2 Cor 8,7-14)e ancora oggi, in diverse parti del mondo, viene perseguitata, questa sì che è povera e fatta di poveri. La Chiesa conosce la povertà per il fatto che la sua predicazione ha maggiore accoglienza nelle pieghe povere delle popolazioni. Già per i profeti, la povertà costituiva il terreno più favorevole per la fede. Questa è la ragione per cui Gesù evangelizza i poveri– sottolineo, evangelizza – che vuol dire, far conoscere la notizia che con Lui Dio è venuto a salvare il mondo. La Chiesa e i suoi santi che per due millenni si son rivolti ai più derelitti, questo non lo hanno dimenticato: i papi Gregorio e Leone hanno evangelizzato i ‘barbari’, che erano i poveri del tempo, fino a Francesco Saverio e Teresa di Calcutta; insieme al corpo e, più di questo destinato a perire, si sono occupati dello spirito per salvare le anime in eterno; per questo, hanno insegnato la dottrina cristiana,le preghiere, amministrato i sacramenti, condiviso i beni…I poveri vanno evangelizzati, ovvero portati a conversione, non appena aiutati materialmente.Dunque, la povertà è una condizione permanente, dovuta al peccato originale. Perciò Gesù ha detto: “i poveri li avrete sempre con voi e non sempre avete me”? Non avere Cristo è la vera povertà. Di ciò il sinodo non s’è occupato, perché la salvezza delle anime e la gloria di Dio, non sembrano più la ragion d’essere della Chiesa. I vescovi odierni, intervengono nelle controversie sociali, balbettando le frasi dei politici e dei sindacalisti, invece di parlare ai lavoratori dell’anima, che Gesù ha definito un bene incomparabile a confronto del mondo intero. Proprio la disoccupazione sta a indicare che non v’è nulla di sicuro a questo mondo, come Gesù ha proclamato nelle beatitudini”.

Monsignor Bux, si corre il rischio dello scisma?

“L’unità della Chiesa è il bene più prezioso da custodire, dice san Giovanni Crisostomo, che preferì cinque volte l’esilio, pur di evitarlo.Da più parti si dice che la rottura nella Chiesa cattolica c’è già, si parla della coesistenza di due religioni o di una anti-chiesa. Il punto è di non tirare la corda.Per esempio, insistere sulla Chiesa sinodale, contrasta con la natura della Chiesa cattolica che è gerarchica perché ha un vertice: il primato del papa, perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità della Chiesa,come afferma il Vaticano II(Lg 23). La Chiesa cattolica non può essere sinodale, perché il sinodo è un istituto ecclesiastico, mentre solo il primato petrino e l’episcopato sono stati istituiti da Gesù. Per questo Paolo VI creò un sinodo consultivo, mentre deliberativo può essere solo il concilio di tutti i vescovi con a capo il Papa. Il sinodo può paralizzare e persino distruggere la Chiesa-mi disse il patriarca ortodosso Bartolomeo – e gli ortodossi ne sanno qualcosa, perché -come mi fece osservare il patriarca armeno di Costantinopoli – i cattolici hanno un papa, gli ortodossi ne hanno uno per ogni chiesa, quindi non c’è uno che dica l’ultima parola.Anche per questo, la Chiesa cattolica non è la Chiesa ortodossa. Ripeto: attenzione a tirare troppo la corda da un lato – vedi l’episodio delle pachamama – perché ci sarà chi la tira dall’altra, e poi si spezza. Il papa deve essere un padre capace di tener dentro tutti i figli, non di parteggiare per gli uni contro gli altri, perché allora sarebbe un patrigno.Il cattolicesimo politico di sinistra che permea le èlites, le curie e le sacrestie, non esprime una buona parte dei cattolici, praticanti e non; imporlo, è in contrasto col dialogo, teorizzato a tutto spiano, e col pluralismo che di fatto esiste nella Chiesa”.

Sinodo, era davvero tutto già scritto o previsto?

“Sembra tornato il pifferaio di Hamelin a far uscire i sorci che allegramente gli van dietro, senza capire dove andranno a finire. Che vuol dire l’arcivescovo di Taranto, quando afferma che la differenza tra noi e i popoli amazzonici sta nel fatto che noi accumuliamo cose e loro accumulano relazioni con la natura e le persone? La Chiesa deve occuparsi di far entrare l’uomo in relazione con Dio; deve insegnare anche a non deificare la natura, ma a custodirla con cura e farla progredire. La Chiesa non deve indicare com’è il Cielo ma come si va lassù. Di questo deve occuparsi un vescovo. La proposta di un rito amazzonico, poi, rischia ancora una volta di condurre all’autocelebrazione della comunità, dimenticando che la liturgia è l’atto salvifico di Cristo esercitato in suo nome nella Chiesa, e di cui egli garantisce l’efficacia. Non ne disponiamo a nostro piacimento. Non la costruiamo secondo i nostri gusti e le nostre opinioni. Basta inserirci nelle forme e nelle espressioni del rito romano ormai pressoché universale…La liturgia attesta che Dio è tra noi, in mezzo a noi.Poi, la liturgia è il luogo della comunione ecclesiale. Nessun progetto sociale, nessun atto di solidarietà può raggiungere un tale grado di comunione.Infine, la liturgia afferma che Egli è in noi per la vita del mondo.Attraverso la “forma eucaristica” della nostra esistenza, la verità di Dio ci iscrive in noi, ci trasfigura, ci rende liberi”.

Che cosa pensa Monsignor Bux del celibato per i preti?

“Il card. Ruini ha ammonito che rinunciare al celibato è un cedimento allo spirito del mondo. Il dibattito su questo tema, rivela la deriva intramondana degli uomini di Chiesa. Si è dimenticato che la continenza –che è la sostanza del celibato, come della verginità consacrata -. è il segno della tensione permanente verso l’eternità. I sacerdoti dell’Antico Testamento, in continuità coi quali su questo punto sono quelli del Nuovo, devono astenersi dai rapporti coniugali perché anticipano nel tempo la condizione celeste dove non esiste né moglie né marito. Certo, il ‘sommo sacerdote’ laicista Scalfari ha scritto che la Chiesa deve adeguarsi al mondo, e in questa ottica plaude al papa e ai pastori che porterebbero avanti tale agenda. Ma l’adeguamento al mondo è il tradimento di Cristo che ha detto, il mio regno non è di questo mondo. E la Chiesa è proprio l’inizio del regno di Gesù Cristo, perché il mondo vive di parole e azioni che passano, non della parola di Cristo che non passa. La Chiesa abbandona l’umanità quando si adegua al mondo.La Chiesa è stata inviata nel mondo perché si converta a Cristo: non ha altra ragione per esistere e compiere la sua missione. Fa pena sentire preti, che confondono sacerdozio ministeriale e dignità battesimale, o arrivano a dire che uno può praticare l’omosessualità ed essere buon cristiano. Se fossero coerenti, dovrebbero lasciare il ministero,rinunziare allo stipendio e cercare un altro lavoro. Hanno dimenticato che sono amministratori e non padroni della Chiesa. Se un’azienda vedesse un funzionario che opera al contrario delle sue finalità, lo caccerebbe.Il celibato non è una legge ecclesiastica, – resta fondamentale lo studio del gesuita francese Christian Cochini – ma la forma di vita che gli apostoli, anche quelli che erano sposati, hanno scelto ad imitazione di Cristo, che ha voluto dimostrare che dobbiamo tendere all’eternità, dove il matrimonio non c’è più.Il celibato è un dolce comando di Cristo”.

Monsignor Bux, le donne possono fare il diacono?

“Al tempo di Gesù, Israele era circondato da culti agiti da sacerdotesse, quindi egli non era condizionato dal maschilismo. Perché non le ha istituite nella sua Chiesa? Perché ha fatto della Chiesa la sua sposa,mentre ha istituito il sacerdozio virile, che ne è l’organo generatore, altrimenti si avrebbe un rapporto contro natura. Finché il diaconato sarà un grado del sacramento dell’ordine sacro, la Chiesa non ha il potere di conferirlo alle donne. Il termine diaconessa esisteva in Oriente, ma non era un ministero ordinato bensì un servizio per l’amministrazione del battesimo alle donne. Anche in questa questione, c’è il tentativo di adeguamento al mondo. Si confonde la pari dignità tra uomo e donna con l’eguaglianza di funzioni. Nel corpo le membra hanno diverse funzioni ma pari dignità, e la Chiesa è il corpo di Cristo, che ne è il capo”.

La dottrina della chiesa ne è intaccata?

“La dottrina o insegnamento, il pasto (donde vengono i termini pastore e pastorale) di cui devono nutrirsi i fedeli, deve essere“sicura”, “sana” e “pura”, scrive l’Apostolo a Tito.Ad ascoltare vescovi e preti in dialogo coi laicisti, ha osservato un sacerdote mio amico, si ha questa impressione: logica 0, senso della realtà 0, dottrina 0, confusione 10, allineamento al mondo 10 ecc. Non annunciano il vangelo di Gesù Cristo per convertire la mente e il cuore degli uomini a Dio, ma la ‘conversione ecologica’, nonostante la Chiesa non abbia ricevuto alcun mandato in materia, ne abbia alcuna competenza, egli scienziati siano molto discordi sui cosiddetti cambiamenti climatici. Così essi dimenticano per che cosa sono stati inviati, pur di ricevere l’attenzione della grande stampa, mentre il popolo fedele residuo è smarrito ed emigra. Non pascolano il gregge secondo il cuore di Cristo. Dice D. Giussani: «Se il cristianesimo è annuncio del fatto che il Mistero si è incarnato in un uomo, la circostanza in cui uno prende posizione su questo, di fronte a tutto il mondo, è importante per il definirsi stesso della testimonianza».

Chi sono i viri probati?

“Il tentativo di clericalizzare i laici, sebbene il Vaticano II abbia esortato questi a permeare le realtà temporali, dando testimonianza e facendo missione nella famiglia e nel lavoro. Da alcuni osservatori, inoltre, ci si è chiesto: se l’obbiettivo in Amazzonia è valorizzare le culture indigene, persino idolatriche, a che servono i sacramenti e quindi i preti?Se si teorizza che bisogna vivere la fede in modo laico, a che serve il sacerdozio?In Amazzonia, come in altre parti del mondo, si deve evangelizzare e promuovere la fede e la preghiera, così sorgerebbero le vocazioni”.
(http://www.lafedequotidiana.it/consigliere-ratzinger-esorcizzare-purificarla-dagli-idoli-la-basilica-s-pietro/?fbclid=IwAR3BoncxqVCV57bFTuHfKbh53hDqwGOHR33gBpiR6Dw_mQwPOJvdRLErG_8)

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