Teilhard de Chardin, herético sacerdote católico, promotor de la Nueva Era,
de la misma talla que gnósticos, esotéricos y ocultistas como Marylin Ferguson y Alice Bailey.
Pedimos disculpas por no traducir el artículo original, que está en idioma italiano: la razón es que carecemos materialmente de tiempo para hacerlo.
P. Álvaro Sánchez Rueda.
E' una questione su cui mi ripromettevo di intervenire da quando, mesi fa, avevo letto [qui] la proposta di rimuovere il Monitum della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio (1962) sulle opere di P. Pierre Teilhard de Chardin, S.J. Ora trovo una interessante analisi di Don Manfred Hauke su Vigilae Alexandrinae che riporto di seguito. Intanto possiamo partire da qui.
Come è stato riportato da molti siti, nel novembre dello scorso anno è stata sottoposta alla riunione dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Cultura una proposta da far giungere a Papa Francesco, nella quale si chiede di considerare la possibilità di rimuovere il Monitum della Sacra Congregazione del Sant’Uffizio (1962) sulle opere di P. Pierre Teilhard de Chardin, S.J. La petizione è stata accolta sabato 18 novembre durante i lavori dell’Assemblea riunitasi sul tema Il futuro dell’umanità: nuove sfide all’antropologia. La proposta è così motivata: “Riteniamo che un tale atto non solo riabiliterebbe lo sforzo genuino del pio gesuita nel tentativo di riconciliare la visione scientifica dell’universo con l’escatologia cristiana, ma rappresenterebbe anche un formidabile stimolo per tutti i teologi e scienziati di buona volontà a collaborare nella costruzione di un modello antropologico cristiano che, seguendo le indicazioni dell’Enciclica Laudato Si’, si collochi naturalmente nella meravigliosa trama del cosmo”. Proponiamo qui di seguito, nella nostra traduzione e con l’autorizzazione dell’Autore, le puntuali osservazioni critiche del teologo Manfred Hauke pubblicate l’8 dicembre dal quotidiano tedesco Die Tagepost.
Recentemente il Consiglio Pontificio per la Cultura ha pubblicato sulla sua pagina internet una “proposta” che risale all’ultima riunione plenaria tenutasi a metà di novembre: “Il futuro dell’umanità. Nuove sfide per l’antropologia”. Un professore italiano di astrofisica avrebbe chiesto in una lettera a Papa Francesco “di considerare la possibilità di ritirare il monitum con cui nel 1962 la Congregazione per la Dottrina della Fede – allora Sant’Uffizio – colpiva gli scritti di padre Teilhard de Chardin sj”. Questa proposta non è stata messa ai voti, anche se i presenti, e tra questi Cardinali, Vescovi e laici, l’hanno fatta propria e anche sottoscritta.
Il monito in questione è molto breve:
“Alcune opere del Padre Pierre Teilhard de Chardin – anche quelle pubblicate dopo la sua morte – vengono diffuse e trovano non poco favore. A prescindere dal giudizio su ciò che attiene alle scienze positive [le scienze naturali], è sufficientemente evidente che le opere suddette contengono ambiguità ed errori tanto gravi in materia filosofica e teologica da ledere la dottrina cattolica. Pertanto gli Eminentissimi e Reverendissimi Padri della Suprema Sacra Congregazione del Santo Offizio esortano gli Ordinari e i Superiori di Istituti Religiosi, i Rettori dei Seminari e delle Università a proteggere efficacemente le anime, specialmente la gioventù, dai pericoli contenuti nelle opere di Padre Teilhard de Chardin e dei suoi seguaci” (tradotto da AAS 54, 1962, 526).
Si tratta qui dunque non soltanto di dati scientifici concernenti la dottrina dell’evoluzione ma dell’ambito della filosofia e della teologia rispetto al quale le opere di Teilhard contengono “ambiguità” e “gravi errori” non conciliabili con la Fede cattolica.
Ne L’Osservatore Romano del 1 luglio 1962, dove il monitum fu pubblicato per la prima volta, segue immediatamente un commento non firmato dal titolo “Pierre Teilhard de Chardin e il suo pensiero nell’ambito della filosofia e della teologia” il quale prende in considerazione anche il libro di Henri de Lubac su Teilhard. Nel testo, relativamente dettagliato e dotato di precise indicazioni delle fonti, si osserva che il concetto di creazione di Teilhard non corrisponde a quello della dottrina della Chiesa (“unificazione” al posto di creazione dal nulla). E così anche la trascendenza di Dio non è fatta sufficientemente salva. La distinzione tra naturale e sovrannaturale è cancellata. Lo stesso vale per il rapporto tra spirito e materia. Il peccato originale, come inteso dalla Chiesa, è negato. Gli errori qui menzionati non sono di poco conto. Il commento critica anche il libro di de Lubac che, sebbene elenchi numerose mancanze (soprattutto riguardo al peccato originale), loda la concezione complessiva del pensiero di Teilhard sminuendone gli errori.
La proposta del Consiglio Pontificio per la Cultura potrebbe essere convincente se il suo autore, in base a un’analisi dell’opera complessiva di Teilhard, dimostrasse che il Sant’Uffizio incorse in errori di giudizio per non avere studiato con precisione gli scritti di Teilhard. Ma un simile tentativo non è stato intrapreso. Il documento del Consiglio Pontificio, pubblicato in internet senza firme, ammette al contrario che “è chiaro che il tentativo di un’interpretazione filosofico-teologica fatto da Teilhard è in alcuni punti carente e che l’insufficiente precisione del suo linguaggio non favorisce sempre la giusta comprensione”. Non diversamente affermano il Monitum e il relativo commento quando menzionano gravi errori e proposizioni equivoche. Come potrebbe allora il Santo Padre revocare il Monitum?
I redattori del documento sono certi che un siffatto provvedimento sia un “gesto eloquente” per “promuovere il reciproco dialogo tra scienza e fede”? Proprio per gli scienziati è importante un linguaggio chiaro e di quella concettualità ben elaborata che si dissolve nella colata pseudomistica del paleontologo francese. Il biologo evoluzionista Franz M. Wuketits (non credente) osserva, in maniera critica, che la “mistica dell’evoluzione” di Teilhard “è difficilmente digeribile per un uomo più o meno abituato a pensare con chiarezza”.
In Teilhard è senza dubbio apprezzabile lo sforzo di descrivere lo sviluppo del cosmo all’interno di una visione che si orienta a Cristo. In questo senso la concezione teilhardiana ha carsicamente condizionato il documento conciliare Gaudium et Spes, e alcuni Papi, da Paolo VI a Francesco, hanno considerato positivamente alcuni singoli aspetti dell’impostazione del gesuita (vedi enciclica Laudato si’ 83, nota 53). Lo svolgimento concreto di questa sintesi è tuttavia viziato da gravi problemi interni e dai danni che ne sono le conseguenze. Queste difficoltà emersero già all’inizio della “carriera” di Teilhard quando, nel 1922, pubblicò un saggio sul peccato originale. Teilhard, che non era un teologo di professione e insegnava geologia all’Istituto Cattolico di Parigi, in questo scritto sostiene il passaggio dall’animale all’uomo tramite l’evoluzione. Creazione, caduta nel peccato, incarnazione e redenzione non sono eventi storici ma sono messi sullo stesso piano delle realtà interne al mondo. Il peccato originale è da sempre mescolato all’essere del mondo proprio come la realtà di Dio. Il male – il peccato originale – è equiparato alla molteplicità nel cosmo che deve cedere a una progressiva unificazione. In questa concezione non c’è naturalmente spazio per l'origine divina dell’uomo nel Paradiso.
Come ricorda criticamente Walter Kasper, lo stesso Teilhard ebbe una volta occasione di osservare che la sua spiegazione del male ha un sentore di manicheismo. Non desta perciò meraviglia il fatto che a Teilhard fu proibito dai suoi superiori di pubblicare ulteriori scritti teologici.
I teologi Hans-Eduard Hengstenberg e Leo Scheffczyk hanno confermato il giudizio critico espresso durante il pontificato di Giovanni XXIII: l’intera concezione di Teilhard è problematica. Questa conclusione concerne la confusione fra natura e grazia, che favorisce la secolarizzazione, e le affermazioni sull’operare di Dio nel mondo stando alle quali gli interventi immediati di Dio dileguano lasciando posto all’operare delle cause seconde create. L’opera di Teilhard contiene una forte tendenza al panpsichismo e al panteismo. Il gesuita francese è uno dei “padri” della New Age. Nel libro culto di questo movimento negli anni Ottanta (Marylin Ferguson, The Aquarian Conspiracy) Teilhard è l’autore più citato. Il significato dell’anima spirituale dell’uomo, l’influsso degli angeli, che non procedono da alcuna evoluzione, la realtà del peccato originale e la realtà di Dio trascendente il mondo cadono, in Teilhard, nel vortice di un pensiero che riporta alla gnosi. La sua proposta ebbe la sua maggior fortuna negli anni Sessanta del secolo passato trascinati dal fascino del “progresso”, ma nella riflessione teologica intanto c'è stato un ulteriore sviluppo. Il dialogo tra le scienze naturali, la filosofia e la teologia è certamente un importante compito, ma a ciò non può essere utile la proposta di lavare le macchie nere di Teilhard de Chardin.
Pubblicato da mic alle 07:00
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6 commenti:
irina ha detto...
La prima volta che sentii menzionare Teilhard fu proprio in ambito gnostico.
LNBQ, Alessandra Nucci,A chi interessa rilanciare Teilhard de Chardin
EDITORIALI20-12-2017
http://www.lanuovabq.it/it/a-chi-interessa-rilanciare-teilhard-de-chardin
28 gennaio 2018 09:30
Anonimo ha detto...
Teilhard de Chardin a toujours été considéré — à juste titre, d'ailleurs — comme un charlatan de haut vol par tous les théologiens sérieux et compétents. Théologiens catholiques, j'entends. Il existe, là-dessus, beaucoup de livres fort bien écrits.
Que d'autres charlatans de haut vol et marchands de fables diverses et variées songent maintenant à le "réhabiliter" ne saurait étonner personne. Qui se ressemble s'assemble.
Du reste, et comme disait un compatriote de Bergoglio, l'écrivain Jorge Luis Borges, la théologie paraît être devenue (avec des gens comme Teilhard précisément, mais on pourrait en citer beaucoup d'autres) une simple annexe de la littérature fantastique…
28 gennaio 2018 11:26
irina ha detto...
Pierre Teilhard de Chardin
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Pensiero di Teilhard de Chardin
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
28 gennaio 2018 11:27
Raffaele Vargetto ha detto...
P. Teilhard de Chardin era un panteista e la sua opera non poteva non alimentare lo spirito del secolarismo nella Chiesa. Non so se egli sia da considerare il padre della New Age. Un fatto è certo: dagli anni sessanta in poi, le forze distruttrici che si ponevano e si pongono contro la Chiesa Cattolica e la Fede cattolica, sia dall'esterno, che dall'interno della stessa Chiesa, operano in sinergia. Il movimento massonico della New Age ha trovato in P.Teilhard un ottimo collaboratore per scardinare dall'interno la retta Fede cattolica e la Chiesa.
28 gennaio 2018 11:43
rafminimi ha detto...
"IO, TEILHARDiano pentito".
Le mie simpatie verso tale figura, hanno molteplici e variegate origini.Tanto per incominciare, potevo avere 8-9 ani, quando vidi per la prima volta un documentario della serie "Sapere" su di lui. Si trattava di un lavoro, poi replicato più volte negli anni seguenti, che è proprio il caso di definire "agiografico". Inoltre, la buonanima di don Pietro (1914-1978 UNA + PRECE) parroco del mio paese dal 1944 al 1974, non faceva mistero, non almeno con noi del gruppo parrocchiale, di esserne un ammiratore sfegatato. Sant'uomo, don Pietro, cui debbo molto, "ULTERIOR & NON ULTIMUS" fu il prete che mi ha battezzato ed il mio primo direttore spirituale.Lui, sempre in talare, soffrendo mise in atto una serie di raccomandazioni episcopali (almeno in quella fase, non si diedero mai "Ordini", ma solo
"raccomandazioni") liberamente "ispirate" allo "spirito post-conciliare", circa l'arredo della Chiesa, con la sparizione di tante statue di santi, molte volte offerte dalla generosità dei fedeli, magari come ex-voto. Non vi dico i malumori. Non a caso, una delle famiglie storicamente più devote e fervorose, passò pressochè per intero, proprio in quel periodo, ai TdG. PERò, come molti preti della sua generazione, era stato contagiato
dall'ammirazione per TEILHARD. I modi di esprimersi "lirici & aulici" (o apparentemente tali) di detto pensatore, avevano addormentato il senso critico circa i contenuti. Contenuti che andavano dalla banalità, all'eresia manifesta. Il modernismo, per quanto apparentemente sconfitto, aveva seminato intorno a sè un senso di inferiorità rispetto alla cultura moderna.
28 gennaio 2018 12:17
rafminimi ha detto...
segue.
Le tesi di TEILHARD, con il suo tentativo di lettura della fede, alla luce delle moderne acquisizioni scientifico-culturali (o presunte tali), sembravano suggerire una soluzione. Le "persecuzioni" (o presunte tali) vaticane, finirono per rappresentare un titolo di merito. Don Pietro, infatti, era davvero convinto che, prima della fine del XX Secolo d.C.,
TEILHARD sarebbe assurto alla gloria degli altari. I suoi tentativi di spiegarne il pensiero, ci dicevano tante belle cose, pienamente consone all'immotivato ottimismo che si respirava negli anni '60. "Il punto OMEGA", "L'evoluzione che, una volta che ha raggiunto il culmine nel campo materiale ed individuale, continua in quello spirituale e collettivo". Infatti, per l'uomo, -*RIMASI DAVVERO COLPITO DA QUESTA AFFERMAZIONE*- il prossimo
passo dell'evoluzione, sarà "*L'IMMORTALItà FISICA*". Gli chiesi, a questo punto, se ciò voleva dire che, allora, sarebbe giunto un momento in cui l'uomo sarebbe diventato indistinguibile da DIO. Mi rispose di no, in quanto
DIO è l'Essere perfettissimo, l'Uomo, per quanto si vorrà evolvere, resterà sempre una creatura limitata.
Negli anni '80 Icomprai Mons. Pier Carlo Landucci (Servo di DIO, si è appena aperto il
processo di beatificazione) "Miti & realtà"(non ricordo la casa editrice, però di recente ne è uscita una nuova edizione, a cura delle edizioni Effedieffe). Era una vera e propria "Summa" della critica cattolica intransigente, ai luoghi comuni ed ai miti del pensiero cattolico progressista dei '60-'70. La parte più estesa di tale testo, era dedicata
proprio ad una attenta disanima delle tesi e della vita di TEILHARD. Se interessa, tale disanima, ne riparlerò. Il tutto documentato da un'antologia dei testi di tale autore, testi che, una volta andati oltre il velo di un certo lirismo, si commentavano da soli, per quanto erano insulsi ed eretici. Chiudo il presente testo, riportandone un esempio. Uno dei brani considerati più belli di tutta l'opera di TEILHARD è la c.d. "Messa sul mondo". Testo
che termina con (cito a memoria, non flagellatemi se non ricordo qualche
cosa, ma quello è il senso)" Di fronte ad ogni tramonto, di fronte ad ogni elefante, di fronte ad ogni mucchietto di foglie secche, di fronte ad ogni delinquente, di fronte ad ogni virus nocivo dirò: HOC EST CORPUS MEUM". OVVERO, MA CI 6 O CI FAI? In senso traslato, è di una banalità disarmante, se ci vuole ricordare la Presenza divina. In senso proprio, visto che sono le parole che cambiano la sostanza del Pane, in quella di Gesù Cristo, si tratta di una professione di panteismo puro che fa a pugni non solo con il Cattolicesimo, ma con tutte le fedi in un Dio trascendente e personale.
DIO ci benedica
vostro
UomochenonfuMAI
(Continua, se interessa)
(http://chiesaepostconcilio.blogspot.com.ar/2018/01/teilhard-de-chardin-padre-della-new-age.html#more)
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